Lenalidomide dopo trapianto di cellule staminali per il mieloma multiplo
Mancano dati per stabilire se la terapia di mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) possa prolungare il tempo alla progressione della malattia dopo trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche in pazienti con mieloma multiplo.
Nel periodo 2005-2009, 460 pazienti di età inferiore ai 71 anni e con malattia stabile o risposta marginale, parziale o completa 100 giorni dopo trapianto di cellule staminali sono stati assegnati in maniera casuale a Lenalidomide o placebo, somministrati fino alla progressione della malattia.
La dose iniziale di Lenalidomide è stata di 10 mg al giorno ( intervallo da 5 a 15 ).
Le assegnazioni ai farmaci dello studio sono state effettuate in aperto nel 2009, quando un’analisi parziale pianificata ha mostrato un tempo significativamente più lungo alla progressione della malattia nel gruppo Lenalidomide.
All’assegnazione in aperto, il 20% dei pazienti che avevano ricevuto Lenalidomide e il 44% di quelli che avevano ricevuto placebo hanno mostrato malattia in progressione o erano deceduti ( P inferiore a 0.001 ); dei restanti 128 pazienti che avevano ricevuto placebo e non avevano malattia progressiva, 86 sono passati al trattamento con Lenalidomide.
A un follow-up mediano di 34 mesi, 86 dei 231 pazienti trattati con Lenalidomide ( 37% ) e 132 dei 229 del gruppo placebo ( 58% ) hanno mostrato progressione della malattia o erano deceduti.
Il tempo mediano alla progressione è stato di 46 mesi nel gruppo Lenalidomide e 27 mesi nel gruppo placebo ( P inferiore a 0.001 ).
In totale, 35 pazienti trattati con Lenalidomide ( 15% ) e 53 trattati con placebo ( 23% ) sono deceduti ( P=0.03 ).
Nei pazienti trattati con Lenalidomide si sono manifestati più eventi avversi ematologici di grado 3 o 4 e non-ematologici di grado 3 ( P inferiore a 0.001 per entrambi i confronti ).
Secondi tumori primari si sono manifestati in 18 pazienti che avevano ricevuto Lenalidomide ( 8% ) e in 6 pazienti trattati con placebo ( 3% ).
In conclusione, la terapia di mantenimento con Lenalidomide, iniziata al giorno 100 dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche, è risultata associata a maggiore tossicità e secondi tumori, ma a un tempo alla progressione significativamente più lungo e a una sopravvivenza generale significativamente migliore nei pazienti con mielosa multiplo. ( Xagena2012 )
McCarthy PL et al, N Engl J Med 2012; 366: 1770-1781
Emo2012 Onco2012 Farma2012
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Studio IMROZ: Isatuximab associato a Bortezomib, Lenalidomide e Desametasone ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte nel mieloma multiplo di nuova diagnosi non-eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
I dati dello studio di fase 3 IMROZ hanno dimostrato che Isatuximab ( Sarclisa ) in combinazione con lo standard...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Tabelecleucel per pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o di organi solidi con malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus EBV dopo fallimento di Rituximab con o senza chemioterapia: studio AL
La sopravvivenza nella malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus di Epstein-Barr ( EBV ) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche...
I marcatori di malattia residua misurabili specifici per il paziente predicono l’esito nei pazienti con sindrome mielodisplastica e malattie correlate dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche
La recidiva clinica rappresenta la principale minaccia per i pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) sottoposti a trapianto di...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Trecondi a base di Ttreosulfan come trattamento di condizionamento prima del trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Trecondi, il cui principio attivo è Treosulfan, è un medicinale somministrato ai pazienti prima di un trapianto di midollo osseo...
Immunogenicità attenuata dei vaccini SARS-CoV-2 e fattori di rischio nei riceventi il trapianto di cellule staminali
L’immunogenicità della vaccinazione contro il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave ( SARS-CoV-2 ) è ridotta nei pazienti sottoposti...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Induzione, consolidamento e mantenimento di Carfilzomib con o senza trapianto autologo di cellule staminali nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi: analisi di sottogruppo citogenetico dello studio FORTE
I pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi e anomalie citogenetiche ad alto rischio ( HRCA ) rappresentano un'esigenza medica...